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Storia di Kos

kos storia Secondo i reperti riportati alla luce nella grotta Aspri Petra sulla cima Zini a Kefalou, Kos sarebbe gia stata abitata in eta preistorica. Studi sistematici compiuti al riguardo poi arricchiti da ulteriori scavi fanno risalire questi reperti al primo periodo dell’era del bronzo definita protoelladica (2900-2100 a.C.). Si registrano proprio in questo periodo i grossi spostamenti dei Pelasgi in tutta la penisola ellenica, nell’arcipelago dell’Egeo, in Asia Minore ed a Cipro. Nella citta di Kos, i primi insediamenti risalirebbero approssimativamente al 2300-2000 a.C.; essi subiranno l’influenza delle civilta minoica poi micenea, quest’ultima lasciando importanti testimonianze (1600-1150 a.C.).


Dopo la guerra di Troia, alla quale Kos al pari delle isole vicine partecipa con trenta navi, inizia quel fenomeno denominato la “calata degli Eraclidi Dori”. Secondo l’opinione comunemente accettata, questi nuovi abitanti dell’isola provenivano probabilmente dall’Argolide. Durante il VII ed il VI secolo, Kos assieme alle citta di Knidos ed Alikarnassos in Asia Minore e Ialissos, Κamiros e Lindos sull’isola di Rodi forma una Lega dorica nominata “Esapoli dorica” facente capo al santuario di Apollo Triopio vicino a Knidos.

Questa amfizionia si regge su interessi religiosi, economici e politici.
Verso il 500 a.C., Kos passa sotto dominazione persa e alla battaglia di Salamina (480 a.C.) i suoi soldati, assieme a quelli delle altre citta-stato dell’Asia Minore e delle isole sottomesse, combattono negli eserciti dei Persi. Ma dopo la vittoria greca sui Persi e dopo l’allontanamento del pericolo nemico, Kos liberata entra a fare parte della lega di Dilos.
L’isola conosce uno sviluppo costante grazie anche al suolo fertile, al commercio ed alle costruzioni navali. Fioriscono la letteratura, l’arte, le scienze e soprattutto la medicina. E’ in questo periodo che nasce a Kos il padre della moderna medicina , Ippocrate (460-377 a.C.).

Durante la guerra del Peloponneso, Kos subisce anch’essa le conseguenze dei conflitti e delle rivalita politiche del mondo antico cambiando in continuazione alleati. Nel 332 a.C., dopo una breve occupazione da parte dei Persi, Kos viene liberata da Alessandro Magno.
In epoca ellenistica, l’isola passa al governo dei Ptolemei e nel conflitto che mette di fronte Roma a Filippo VI appoggia questi. Essa verra poi razziata dall’esercito di Mitridate (88 a.C.).
Dall’ 82 a.C., Kos diventa una provincia romana. In epoca bizantina invece, conosce un nuovo splendore allorquando diventa sede episcopale ma subira poi importanti catastrofi tanto per via delle scorrerie saracene del XI secolo che a causa di ripetuti terremoti, il piu grave dei quali la inginocchiera nel 553.


Segue un breve periodo di dominazione veneto-genovese che si concludera con l’arrivo dei Cavalieri di San Giovanni nel 1315. Essi costruiscono poderose fortezze per tutelarsi contro la minaccia turca. Infine, nel 1523 dopo vari tentativi falliti, Kos viene occupata dall’esercito turco. L’occupazione turca durera fino al 1912, quando gli Italiani impegnati nella guerra in Libia contro i Turchi, occupano il Dodecaneso per diversione. L’occupazione italiana dura fino al 1943, anno della resa dell’Italia e del suo passaggio nel campo degli alleati. Le armate tedesche che giungono dal cielo e dal mare occupano l’isola il 3 ottobre dello stesso anno.

Una pagina di storia d’Italia triste e dimenticata, quella accaduta ad un centinaio di ufficiali italiani a Kos, nel 1943. Era appena stato dichiarato l’armistizio, e le divisioni italiane di stanza nel Dodecanneso, a Rodi, Kos e Leros, di lì a breve avrebbero dovuto fare i conti con l’offensiva tedesca volta a prendere sotto controllo quest’angolo della Grecia. Sebbene gli italiani fossero aiutati da copiosi contingenti inglesi, la situazione militare nel comparto meridionale dell’Egeo non giocava certo a favore di una resistenza efficace contro le predominanti forze tedesche.


In particolare Kos, accerchiata ed attaccata (operazione Orso Polare) da tre lati dall’aviazione, paracadutisti e dalle forze navali, cadrà quasi subito. Si registrano episodi di eroica resistenza da parte dei militari italiani: alcuni reparti combattono fino all’ultimo, e si arrendono solo quando le munizioni sono finite.
Triste la sorte dei soldati, sia quelli italiani sia quelli inglesi. Per i secondi, quasi un migliaio di uomini, il destino sarà quello della prigionia nella Grecia continentale, mentre per gli italiani il trattamento sarà ancora più grave.
Tutto sommato per l’esercito tedesco si trattava di traditori, e quindi la repressione contro i prigionieri fu terribile. In particolare contro gli ufficiali, che furono fucilati appena il giorno dopo, ignorando totalmente le regole processuali e della giustizia, 103, o, secondo alcuni 96 furono gli ufficiali giustiziati.


Dopo la guerra questo episodio venne quasi dimenticato, come tanti altri d’altronde, come l’eroica resistenza della guarnigione di Leros e la triste fine del suo comandante, Luigi Mascherpa, fucilato in seguito a Salò dai fascisti per alto tradimento.
Un fatto dimenticato a tal punto che ncora oggi solo 62 salme vennero ritrovate, mentre per le altre, nonostante si sappia dove potrebbero essere state sepolte, non è stata presa alcuna iniziativa di recupero.
Non solo, la lapide che commemora i caduti, che oggi si può vedere al cimitero cattolico di Kos, fu eretta, solo 20 anni fa, e l’iniziativa non è stata sponsorizzata dal governo italiano di allora, ma fu opera di associazioni e dell’impegno di qualche privato che hanno voluto lasciare un ricordo di questo terribile episodio di guerra nel Dodecanneso.